18:07 Asarel [Cimitero] fra i vapori della palude e gli spazi percorribili fra putrescenti acquitrini e contorte radici marce che si muove come se non avesse una meta precisa. Per chi avesse capacitą di orientamento e nozione di come ci si muova nel cimitero č chiaro che stia andando verso la locanda, forse di ritorno dal suo cammino, forse semplicemente vaga al pari di un'anima in pena. A vederla di primo acchito potrebbe saltare all'occhio la capigliatura grigia, folta e che in onde scendolo selvagge sulle spalle sino a metą schiena. Ha addosso pantaloni di pelle ed una giacca smanicata, entrambi neri come la camicia di seta che completa il suo vestiario.
18:12 Dante [Fitto] E' da un po' che percorre la "via" per gli acquitrini che dalla Osteria del Boccale Rampane si inerpica per le fatiscenti e maleodoranti paludi dette dei senza pace verso il cimitero ospitato al loro centro. Tiene alta con la mano sinistra una torcia rudimentale con cui squarciare la densa oscuritą, mentre tra le dita della mano destra regge le redini di una imponente femmina di frisone nero, che giganteggia al suo fianco. Il Capitano Raine avanza lentamente ma con sicurezza, ogni tanto affondando con metą degli alti stivali di cuoio nel pantano. Veste una corta giacca, marrone ed elegante, un gilet, un gambesone ed una camicia bianca, avambracci e mani sono protetti dal cuoio nero di bracciali e mezzi guanti mentre le gambe sono fasciate da stretti calzoni neri. Al fianco sinistro pende un esotico khopesh, dietro alle natiche un grosso stiletto con l'impugnatura in puro oro ed al fianco destro č incastrata un'ascia da lancio. Alla sella della cavalla sono assicurate una gigantesca scure da battaglia lunga un metro e mezzo, una balestra ed una scorta di dardi e qualche sacca da viaggio. Ancora non lo sa ma i suoi passi lo stanno conducendo lungo una direttriace che lo condurrą, a brevissimo, ad incrociare il cammino di ASAREL che potrebbe gią avere colto il barlume della sua fiaccola.
18:18 Asarel [Cimitero] nel suo vagare non ha affatto l'aria di una creatura smarrita, il suo incedere č troppo sicuro, le spalle e la schiena sono dritte per un portamento elegante che č ben distante da chi dovrebbe provare paura per essersi trovato in un luogo bel lontano dall'essere ridente. E' prima la luce distante della fiaccola che Dante regge a catturare la sua attenzione, facendola fermare e poi voltare. Semmai la luce portata da Dante dovesse illuminarle i tratti li vedrebbe corrotti da un pallore cadaverico, inaspettatamente giovani per essere incorniciati dalla chioma di una vecchia.
18:23 Dante [Fitto] [Procede ancora per qualche metro prima che i suoi Occhi della Selva, in comunione con il chiarore donato dall'opportuna fiaccola, pennellino in suo favore le forme di ASAREL. Fa scemare gli ultimi, liquidi passi nel fango e nelle acque marcescenti in cui vanno putrefacendosi piccoli mammiferi, orchi, goblin, uomini ed elfi.] Lunghi giorni e piacevoli notti. [Augura, levando il mento pennellato dai principi ruvidi di una barba scura. E' alto, ha un cappello schiacciato sulla testa la cui tesa č ripiegata da un lato, il destro, mettendo casualmente in risalto l'orecchio mutilato del padiglione; due piume grigie abbelliscono il copricapo. Fissa il Demone femmina con due occhi neri, acquitrinosi come i liquami di quella palude infestata dalle zanzare. Sta per dire qualcos'altro ma s'interrompe di colpo: molla le redini della cavalla - che sbuffa dalle froge nere, larghe - e si da una sberla sul collo, slargando i labbroni sfregiati a mostrando le zanne giallastre forti, strette, tra le quali tira aria sibilante] ... maledetta!
18:24 Dante [Fitto] « Procede ancora per qualche metro prima che i suoi Occhi della Selva, in comunione con il chiarore donato dall'opportuna fiaccola, pennellino in suo favore le forme di ASAREL. Fa scemare gli ultimi, liquidi passi nel fango e nelle acque marcescenti in cui vanno putrefacendosi piccoli mammiferi, orchi, goblin, uomini ed elfi. » Lunghi giorni e piacevoli notti. « Augura, levando il mento pennellato dai principi ruvidi di una barba scura. E' alto, ha un cappello schiacciato sulla testa la cui tesa č ripiegata da un lato, il destro, mettendo casualmente in risalto l'orecchio mutilato del padiglione; due piume grigie abbelliscono il copricapo. Fissa il Demone femmina con due occhi neri, acquitrinosi come i liquami di quella palude infestata dalle zanzare. Sta per dire qualcos'altro ma s'interrompe di colpo: molla le redini della cavalla - che sbuffa dalle froge nere, larghe - e si da una sberla sul collo, slargando i labbroni sfregiati a mostrando le zanne giallastre forti, strette, tra le quali tira aria sibilante » ... maledetta!
18:27 Dante [Fitto] « Procede ancora per qualche metro prima che i suoi Occhi della Selva, in comunione con il chiarore donato dall'opportuna fiaccola, pennellino in suo favore le forme di ASAREL. Fa scemare gli ultimi, liquidi passi nel fango e nelle acque marcescenti in cui vanno putrefacendosi piccoli mammiferi, orchi, goblin, uomini ed elfi. » Lunghi giorni e piacevoli notti. « Augura, levando il mento pennellato dai principi ruvidi di una barba scura. E' alto, ha un cappello schiacciato sulla testa la cui tesa č ripiegata da un lato, il destro, mettendo casualmente in risalto l'orecchio mutilato del padiglione; due piume grigie abbelliscono il copricapo. Fissa il Demone femmina con due occhi neri, acquitrinosi come i liquami di quella palude infestata dalle zanzare. Sta per dire qualcos'altro ma s'interrompe di colpo: molla le redini della cavalla - che sbuffa dalle froge nere, larghe - e si da una sberla sul collo, slargando i labbroni sfregiati a mostrando le zanne giallastre forti, strette, tra le quali tira aria sibilante » ... maledetta!
18:30 Asarel [Cimitero] « si aiuta con la luce della torcia per poter rubare dalle ombre i tratti che caratterizzano Dante. Se lo guarda con occhiate avide ed invadenti da capo a piedi, offrendo di conto la propria figura snella che si staglia regale fra gli sbuffi dei fuochi fatui. Non indossa scarpe ed i piedi nudi affondano nel fango con noncuranza delle larvhe che potrebbero strisciarle fra le dita. L'imprecazione di Dante le strappa un sorriso dall'aria affilata » Salve a voi. « ribatte in tono suadente prima di aggiungere » Ci sono diverse creature maledette in questo acquitrino, posso intuire che le zanzare siano le peggiori di tutti. « non manca ancora la tonalitą affabile della voce, ma vi č in quella gentilezza qualcosa di sbagliato e fuoriposto, che siano forse gli occhi da serpente con cui ancora fissa Dante »
18:35 Dante [Fitto] Aye, potete giurarci. Preferisco grandemente la compagnia dei morti a quella di queste piccole bastarde ronzanti - alcune sono grosse come falene. Mi stanno mangiando vivo. « Sbuffa un fiotto di fiato ribollente e frustrato oltre i labbroni schiusi, si abbassa a sinistra e conficca, dopo qualche tentativo di troppo, l'estremitą inferiore della fiaccola nel fango. La tiene d'occhio per qualche istante: regge, non si riversa da una parte. » Brava bambina. « Poi si rialza e scocca un'occhiata breve, distratta, ad ASAREL. » Non abbiate paura, signora. Sono uno dei buoni: non mordo affatto. « Mente, con poca gioia, ma tant'č. Si gira sulla destra, passetto di lato, e si affianca a Runja sul fianco sinistro, cominciando a rovistare all'interno di una delle borse di cuoio assicurate alla sella su quel lato. »
18:35 Dante prova ad usare Mentire: 9 (Dado: 9 Caratteristiche: 0, Modificatori: 0)